Andature consolidate: l’orizzonte storicizzante nei progetti filmici etnografici sul territorio italiano
AccurataMente: cammini particolareggiati come espedienti del procedere
a cura di Piero Pala
Prosegue presso il Centro Diurno San Paolo la rassegna cinematografica di quattro giornate dal titolo AccurataMente: cammini particolareggiati come espedienti del procedere a cura di Piero Pala, con film ed interventi specifici sul tema dell’arte e l’incontro con gli ambiti terapeutici.
Giovedì 4 Maggio il programma “Andature consolidate: l’orizzonte storicizzante nei progetti filmici etnografici sul territorio italiano” delinea un percorso, una multiforme risorsa, dove lo stordimento dell’antropocentrismo s’incrina, sulla singolarità e irripetibilità dei riti, degli usi e della formazione religiosa.
Il progetto tematico Accuratamente nasce con la finalità di innescare un metodologia di mediazione culturale per un confronto aperto e differente tra l’ambito terapeutico e quello artistico. L’incontro di reciproca incidenza tra i due ambiti, l’interagire, spalanca porte e abbatte barriere di protezione. Il progetto è stato concepito come uno strumento di incubazione per orientare alla comprensione e alla messa in pratica di differenti processi di intervento terapeutico e altrettanti esiti artistici. A tale proposito la decisione di mettere in scena un’offerta culturale variegata ha sollecitato l’esigenza di articolare il progetto in quattro programmi di proiezioni cinematografiche.
Giovedì 4 Maggio 2017 ore 18:30
Andature consolidate: l’orizzonte storicizzante nei progetti filmici etnografici sul territorio italiano
Il programma è incentrato su due imprescindibili opere filmiche etnografiche – La Taranta, 1962, del regista e sceneggiatore Gianfranco Mingozzi e Sculture filmate antropologiche, 1969-75, dell’artista Antonio Paradiso. L’apporto di Ernesto De Martino – storico delle religioni e etnologo, valente conoscitore delle problematiche del meridione d’Italia – fu fondamentale per il concepimento del documentario di Mingozzi che difatti deve la sua realizzazione alla ricerca interdisciplinare sul campo intrapresa da un gruppo di studiosi guidati da De Martino in Puglia ed in particolare nel Salento attorno al fenomeno del tarantismo.
D’impostazione esente dal rigore scientifico, ma pur sempre sul versante dell’etnocentrismo critico, sono invece le 4 parti contenute in Sculture filmate antropologiche, girate dallo scultore Paradiso. L’artista qui ha realizzato un coinvolgimento empatico, attraverso l’azione e il resoconto documentativo, forte della consapevolezza che “dietro al rapporto corpo e macchina (mdp), corpo e sua estensione, c’è quello tra corpo e corpo, tra corpo come unicità e individualità e corpo come insieme.” (Anna Maria Cattaneo).
Gianfranco Mingozzi, La Taranta, 1962, 35mm, b/n, 20 min.
Musiche originali registrate da Diego Carpitella – Direttore della fotografia Ugo Piccone – Consulenza di Ernesto De Martino – Commento di Salvatore Quasimodo
Primo documento filmico realizzato attorno al fenomeno del tarantismo durante l’estate del ’62 a Galatina, nelle Puglie. Il progetto documentaristico di Mingozzi nacque dalla lettura del saggio La Terra del rimorso, 1961, scritto da Ernesto De Martino a seguito della campagna etnografica pluridisciplinare avviata durante il 1959 nel Salento.
Antonio Paradiso
Sculture filmate antropologiche, 1969-75, 16mm, colore, sonoro, 25 min.
Il film contiene i seguenti lavori: Tarantati, Pulcino, Navigazione dei colombi, Sacro e Profano.
“Il termine cultura inteso e collocato da diverso significato come “istruito”, e “non ignorante”, non è da recepirlo come tale, ma la sua collocazione scientifica-antropologica, implica la concezione filosofica della vita. La cultura può essere “ignoranza” può essere “non istruito”. Cicerone, introducendo il termine cultura, alla sua analisi, l’aveva paragonata alla coltivazione dei campi: da un animale può nascere solo un animale, da un campo, a seconda di come sarà coltivato, potrà nascere: frumento, alberi, ortaggi, ecc.
Per cui il termine di cultura antropologica si può paragonare più a un campo che a un animale. L’uomo dalla sua nascita trova da assorbire, fronteggiare, contrastare come prodotto non della natura ma di altri uomini vissuti prima di lui. Cultura di un individuo, è quell’atteggiarsi non volontariamente secondo i suoi istinti naturali, da rimanere nei vincoli delle leggi del gruppo sociale a cui l’individuo appartiene.
Oggi l’intellettuale col termine cultura, non fa la battaglia per il libero pensare settecentesco, ma s’identifica col fanatismo politico, dove deculturalizzato, viene poi formato di credenze, veli e gesti di concezione standard. In genere quando si parla del termine “spessore di comportamento determinato”, si parla di manifestazioni che l’uomo esplica e cozzano insieme, sogni e chiacchere di tutti i tempi a discapito del vero, che è ragione.“ (Antonio Paradiso, 1977)
Si ringraziano gli autori e gli aventi diritto
Centro Diurno San Paolo
Viale Giustiniano Imperatore 45, Roma